Visti sul web è la rubrica in cui analizzo video, spot e contenuti trovati sul web che mi hanno ispirato.
L’estate ti fa venire voglia di viaggiare e, soprattutto, di documentare i tuoi viaggi con riprese indimenticabili? C’è un filmmaker eccezionale a cui puoi ispirarti: si chiama Leonardo Dalessandri e nel 2014 ha realizzato un video diventato virale e anche modello per moltissimi suoi colleghi che amano viaggiare con la videocamera.
Il video si chiama Watchtower of Turkey, primo di una serie di “Watchover” che Dalessandri ha realizzato in giro per il mondo, dalla Cina al Marocco. Watchtower of Turkey nasce da un viaggio che Leonardo ha fatto in Turchia, percorrendo in auto 3500 km in 20 giorni e passando da alcune delle sue più suggestive e leggendarie località turche: le vasche bianche d’acqua di Pamukkale, i Camini delle Fate in Cappadocia, i siti archeologici di Efeso e, ovviamente, la capitale Istanbul, citta divisa tra Europa e Asia.
Chi di voi sta leggendo queste mie righe e ancora non ha visto il video di Dalessandri penserà “Vabè, capirai: un video di viaggio”. Eh no, decisamente no. Watchtower of Turkey è un unicum nel suo genere, in grado di unire reportage, riprese di viaggio, documentario emozionale, folklore e, soprattutto, una tecnica di ripresa impeccatile e un editing che ha fatto scuola. Curioso di saperne di più? Continua a leggere!
L'attrezzatura non è tutto
Diretto e montato da Leonardo Dalessandri, Watchtower of Turkey è immediatamente diventato virale su Vimeo e YouTube tra gli appassionati in quanto ha rappresentato una sorta di caso di studio. Perché? Il motivo sta nella non notorità – almeno ai tempi – di Dalessandri, che così di botto spara fuori un video del genere con mezzi decisamente limitati. Per il video, infatti, Leonardo ha lavorato con una crew ai minimi termini e attrezzatura minimal: una mirrorless, Panasonic GH3 (nel frattempo, negli anni si è arrivati alla GH7); un paio di obiettivi, 45 f/1.2 Nocticron di Leica (unico di fascia alta) e 12-35 f/2.8 Panasonic; un treppiede da viaggio e un registratore Tascam per l’audio. Non ho ragione quando dico che l’attrezzatura non è tutto?
L’importanza di musica e suoni in Watchtower of Turkey
Ma allora cosa rende questo video unico? La creatività del suo realizzatore, ovviamente, e l’intuizione di un editing veloce e con transizioni perfette, incastrate benissimo alla musica e ai suoni. La colonna sonora è una parte fondamentale, a detta dello stesso Dalessandri che in un’intervista ha dichiarato: “Voglio che lo spettatore percepisca il mio montaggio come un flusso continuo di impressioni e movimenti, ritmati dal ritmo della musica ed enfatizzati dai suoni ambientali. Mi piace che le immagini lavorino con la musica, e non il contrario. Così ho realizzato per prima cosa la colonna sonora di questo video. Mi ci è voluto molto tempo per trovare la musica giusta. Quando ho sentito “Experience” di Ludovico Einaudi mi ha colpito: riflette lo spirito della Turchia, classica e popolare”.
L’editing di Watchtower of Turkey è partito dalla musica e da essa si è fatto guidare. Aggiunge il filmmaker: «Avevo più di 3.000 brani audio con cui lavorare, il suono in presa diretta della telecamera, alcune clip sonore esterne che avevo registrato con il Tascam, come la chiamata alla preghiera o il suono delle onde dell'oceano. Inoltre, ho utilizzato effetti sonori di repertorio dalla libreria sonora di FCP X per enfatizzare tagli di transizione o movimenti specifici nel montaggio dell'immagine».
Un editing impeccabile
L’editing di questo video è davvero ciò che colpisce: devo dire, non solo gli addetti ai lavori. Movimenti e transizioni sono fluidi, in modo da valorizzare la vivacità delle immagini e creare un ritmo in continuo dialogo con la musica e i suoni. Ti assicuro che non è facile raggiungere questo effetto: di fatto Watchtower of Turkey è un susseguirsi senza pausa di immagini, che scorrono una dopo l’altra e si danno il cambio con passaggi dinamici.
Due parole a parte le meritano le transizioni di Dalessandri, anzi le cosìddette smooth transitions: passaggi fluidi tra un’inquadratura e l’altra che possono essere delicati spostamenti di lato oppure zoomate o cadute verso il basso. Il senso è giocare con tutto lo spazio e trascinare chi guarda il video in un movimento vorticoso e incalzante, mai noioso, dando l'impressione di un flusso continuo di immagini e suoni. Inutile dire che questo suo lavoro così immersivo è diventato un punto di riferimento per coloro che si occupanmo di video editing, aprendo la strada a molti imitatori, ma nessuno è mai riuscito a evocare le stesse suggestioni o a rinnovare la tecnica magistrale di Dalessandri. Il suo racconto, anche a distanza di anni, riesce ancora a far venire la pelle d'oca.
Conoscevi Leonardo Dalessandri? Se vuoi suggerirmi un video che hai visto sul web e che ti ha colpito, per la sua tecnica sensazionale o per il contenuto, scrivimi nei commenti qui sotto o contattami. Sono curioso!