La mia esperienza tra i banchi di scuola dell’istituto tecnico Bonaventura Cavalieri di Milano per il progetto PON “Realizziamo un film insieme”: ecco come i ragazzi e le ragazze di una scuola superiore sono arrivati a realizzare il loro primo cortometraggio.
Mi ero ripromesso di raccontare meglio qui sul mio blog l’esperienza tra i banchi di scuola dell’istituto tecnico Bonaventura Cavalieri di Milano per il progetto PON “Realizziamo un film insieme” ideato dalla docente Chiara Maria D’Angelo. Questa iniziativa, nata con lo scopo di insegnare agli adolescenti come si scrive, dirige e monta un cortometraggio, è stata per me profondamente formativa.
Con i ragazzi e le ragazze, non ci siamo solo divertiti e ingegnati a fare funzionare la nostra storia, a realizzarla con pochi mezzi e poca attrezzatura, a renderla credibile grazie alle interpretazioni, a montarla e postprodurla.
Ognuno di noi ci ha messo la sua competenza, la sua sensibilità e ha dato davvero del suo meglio. Mi sono ricordato, insomma, di che cosa vuol dire divertirsi sul set e perché è questo il posto in cui ho scelto di stare professionalmente e personalmente. Vi racconto, insomma, un po’ più nel dettaglio cosa abbiamo fatto in questa avventura.
Tutto è iniziato con la sceneggiatura
Ogni film inizia da una storia. E così anche il progetto “Realizziamo un film insieme” è incominciato da un modulo di sceneggiatura tenuto da Aurora Tamigio, mia amica e collega dentro Piano9 Produzioni, con cui lavoro da tantissimi anni. Da autrice e scrittrice, appassionata di storie e strutture del racconto, Aurora ha guidato il gruppo di ragazzi e ragazze alla scoperta del primo passo di un progetto cinematografico: la scrittura della sceneggiatura.
Per quattro incontri, la classe si è trasformata in una writers room che ha appreso i fondamenti dello storytelling per arrivare a scrivere il soggetto e in seguito la sceneggiatura di un cortometraggio. Prima ancora, però, c’è stato il divertente brainstorming sulle idee: alla domanda di Aurora “Che storia raccontiamo?”, le ragazze della writers room hanno prodotto idee visionarie (purtroppo non tutte realizzabili, specie quando prevedevano effetti speciali degni di Christopher Nolan) dimostrando che non è certo la fantasia a mancare loro.
Alla fine, la storia designata è stata Noise. Un piccolo spaccato di vita quotidiana espresso attraverso immagini, suoni e musica, dove i disagi che ogni studente ha vissuto almeno una volta nella vita sono protagonisti.
La trama racconta di una adolescente che non riesce a trovare il suo posto in mezzo ai compagni e a scuola, finendo per sentirsi disorientata e tormentata da un suono assordante. Dovrà ascoltare il rumore che ha dentro, prima di accettare il caos fuori da lei.
Il mio arrivo tra i banchi di scuola
Lo ammetto: l’idea di essere in una classe in veste di docente mi ha terrorizzato dal primo momento. Ho pensato “Ma cosa potrò mai insegnare io a un gruppo di giovani appassionati di cinema, cresciuti tra le immagini, già capaci di manovrare telecamere e smartphone e dotati di una fantasia che certi professionisti dell’audiovisivo si sognano?". Così ho tirato un respiro e ho pensato che la cosa migliore che potevo fare era mettermi alla pari: imparare da loro e trasmettere ciò che per me è davvero importante in questo lavoro, la passione.
Inoltre, la prima volta che ho letto il soggetto che i ragazzi e le ragazze avevano scelto di raccontare sono rimasto colpito e mi sono sentito un po’ meno fuori posto: è stato questo il nostro primo punto di contatto, scoprire che il tema dell’incomunicabilità e della necessità di isolarsi dal “rumore del mondo” è caro a me quanto a loro. Avevamo qualcosa in comune da cui partire a raccontare la nostra storia.
Il cinema si impara facendolo
Sin dall’inizio, il mio obiettivo nei confronti dei ragazzi con il progetto “Realizziamo un film insieme” è stato trasmettere quello che per me è l’abc del cinema. Non la tecnica di ripresa, non l’uso delle luci, non il montaggio: quelle si imparano dopo, con l’esperienza (e peraltro i miei alunni sono riusciti a insegnare a me, in termini di inventiva e determinazione). Ciò da cui siamo partiti sono state le mie 3 regole per fare cinema e stare su un set, anche se si tratta di un set improvvisato che si svolge tra un’aula scolastica e il cortile dell’istituto:
- Gioco di squadra
- Curiosità
- Passione
Nei giorni in cui abbiamo condiviso il set, spero di avere dimostrato ai ragazzi che ci si può divertire imparando e che non è mai tardi per apprendere le nozioni tecniche una volta che si hanno le qualità umane, l’intelligenza e l’entusiasmo per cimentarsi in una nuova avventura.
Abbiamo girato Noise in interni e in esterni, tra le aule e i corridoi dell’Istituto Bonaventura, sotto luci artificiali e illuminati dal sole; abbiamo inventato carrelli, steadycam e stabilizzatori “fai da te”. Abbiamo imparato a dirigere le compagne in veste di attrici (Elena, Martina) senza alzare la voce e senza mortificarle quando l'interpretazione non era come la desideravamo. Abbiamo appreso come collaborare alla buona riuscita di un’inquadratura e quali errori evitare mentre si gira: mi ha sorpreso, ma forse neppure troppo, la sinergia con cui i registi Manuel e Giulia hanno guidato la direttrice della fotografia Beatrice. È stato emozionante vedere anche le personalità più timide (come Amani) trovare spazio dietro le quinte al trucco e ai costumi. Insomma, come niente mi sono trovato attorno una crew di gente che stava facendo il cinema. Mica una cosa da poco.
La postproduzione e la musica
Al montaggio di Noise hanno lavorato insieme Beatrice, Manuel e Giulia: per esperienza, chi ha lavorato alla postproduzione di un film, sa bene che non è facile collaborare con altre persone in questa fase… ma devo dire che i ragazzi sono stati dei veri professionisti.
Infine, grazie al supporto di Chiara Maria D'Angelo - docente e compositrice, nonché ideatrice e responsabile del progetto “Realizziamo un film insieme” – Manuel ha creato per Noise una soundtrack originale. Insomma, alla fine i ragazzi e le ragazze sono riusciti, come dei veri autori, a completare il loro cortometraggio. E il risultato è stato una soddisfazione per tutti.
La restituzione del corto
Il corto, come degno epilogo, ha avuto una proiezione pubblica a scuola, nell’auditorium dell’Istituto Bonaventura Cavalieri davanti ai compagni e ai professori. Durante questa mattinata c’è stato modo per gli autori e le autrici del corto di cinema di esprimere la loro opinione su questa esperienza. Beatrice, operatrice di macchina e di supporto al montaggio, ha detto: «Ogni volta che venivo a scuola per lavorare al corto mi sentivo a casa». E Manuel, regista, ha aggiunto: «Questa esperienza ci ha fatto capire che abbiamo delle qualità che sul mondo del lavoro potrebbero servirci, che non avremmo mai scoperto senza metterci in gioco. Il consiglio è di mettersi in gioco, sempre». E ha concluso dicendo che: «Mi sono sentito veramente bene quando ho visto il risultato finale».
Insomma, Noise ha trovato la sua strada. E non si è fermata qui: il corto è arrivato in finale allo Student World Impact Film Festival, il più grande festival per studenti al mondo, che ha anche ospitato Manuel per una bella intervista che si può ascoltare su Spotify. Inoltre ha vinto come Miglior Fiction all'Italian Film Festival di Rovinj-Rovigno, sezione scuole e giovani.
Quello che io posso dire, a conclusione di questa avventura, è che progetti come questo ideato dalla docente Chiara Maria D’Angelo dovrebbero esserci in tutte le scuole. Se torno con la mente a tutte le volte che, all’età dei giovani autori di Noise, mi sono sentito non compreso e desideroso di esprimermi avrei tanto voluto avere accesso a un'esperienza del genere. E, chissà, forse avrei capito molto prima che la mia strada era l'audiovisivo.
Lavorare con gli altri ti insegna il rispetto e l’umilità. Dedicarti a un progetto ti porta a esercitare la tenacia e la disciplina. Cimentarti in un’opera creativa ti conduce a confrontarti con la tua fantasia e con la capacità di inventare soluzioni nuove. Insomma, visto che siamo a fine agosto e che in un paio di settimane la scuola dovrebbe riprendere, il mio pensiero fisso da qualche tempo è: perché non fare diventare questo progetto un format fisso, da portare in giro per le scuole di Italia? Io, quasi quasi, mi metto a lavoro.
Se vuoi saperne di più della mia esperienza come “formatore”, sarò felice di spiegarti cosa ho in mente per il futuro e i progetti che mi attendono. Se sei un docente e vuoi portare un progetto cinematografico nella tua scuola, contattami e parliamone insieme!