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Come avviare l'attività da filmmaker freelance, tra Partita IVA, regime forfettario e fatturazione elettronic

15/01/2023 23:00

Vito Sugameli

Filmmaking,

Come avviare l'attività da filmmaker freelance, tra Partita IVA, regime forfettario e fatturazione elettronica

Dall’apertura della Partita Iva al codice Ateco, fino all’iscrizione alla gestione separata INPS: ti spiego come avviare l'attività da videomaker freelance.

Dall’apertura della Partita Iva al codice Ateco, fino all’iscrizione Inps: ti spiego come avviare l'attività da filmmaker freelance, senza perderti passaggi fondamentali.

Se sei un filmmaker, è probabile che ti sia venuto in mente di iniziare a lavorare come freelance o di avviare la tua attività in autonomia, muovendoti da libero professionista. Questa scelta ha moltissimi vantaggi: puoi scegliere i lavori che preferisci, collaborare con i professionisti che giudichi più interessanti e talentuosi, orientarti tra varie tipologie di video - matrimoni, eventi, spot - e destreggiarti tra imprese e privati. Inoltre essere un freelance ti permette di lavorare con pochi costi e adempimenti, tutta un'altra cosa rispetto ad avviare un’impresa (che implica dipendenti, acquisto di beni e attrezzatura, l’affitto di uno studio, eccetera).

 

Tuttavia, è bene non essere ingenui e conoscere le regole e la normativa che riguarda imposte e tasse, ma anche la procedura da seguire per mettersi in proprio: dall’apertura della Partita Iva al Codice Ateco corrispondente all’attività di videomaker freelance, fino all’iscrizione Inps. In questo articolo ti spiego come avviare l'attività da filmmaker freelance, senza perderti dei passaggi fondamentali. È importante tenere a mente che, nel momento in cui apri la partita IVA, compi una trasformazione fondamentale: da artista che insegue i propri sogni, diventi imprenditore senza soluzione di continuità. Questo cambiamento comporta un cambio di paradigma.


È importante tenere a mente che, nel momento in cui apri la partita IVA, compi una trasformazione fondamentale: da artista che insegue i propri sogni, diventi imprenditore senza soluzione di continuità. Questo cambiamento comporta un cambio di paradigma.

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Come aprire la Partita Iva da filmmaker freelance

Il primo passo per iniziare a lavorare da freelance è l’apertura della Partita Iva. Si tratta di un procedimento molto semplice da avviare, anche grazie alle attuali norme fiscali (in particolare il regime forfettario) che rendono particolarmente agile e sostenibile l’apertura di una Partita Iva per piccoli professionisti come filmmaker e videomaker. Non userò questo articolo per parlarti, nel dettaglio, di regimi fiscali e tasse ma per consigliarti quali passi eseguire per aprire la Partita Iva. Puoi scegliere di recarti presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate della tua città o di rivolgerti a un commercialista o a un Caf, che inoltrerà telematicamente la richiesta al tuo posto: in ogni caso il modulo da compilare e inviare è il Modello AA9/12. Il mio consiglio - per esperienza – è di rivolgerti a un commercialista, così da evitare errori.

L’apertura della Partita Iva per il filmmaker freelance non prevede comunicazione alla Camera di Commercio e dunque non sei tenuto a pagare bolli o altre imposte (come, invece, accade per le imprese). Ovviamente, se scegli di affidarti ai servizi di un commercialista... dovrai pagare il professionista che ti segue, ma questo è un altro discorso.

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Codice Ateco per l’attività di filmmaker o videomaker

Essendo la figura del filmmaker/videomaker poco inquadrata nel panorama italiano del lavoro (si pensa ancora che siamo tutti “operatori” e che lavoriamo al cinema o per la Rai… ma magari!), non è semplicissimo capire come collocarsi professionalmente all’interno della burocrazia e nel sistema fiscale del nostro paese. Dovrai, quindi, con la collaborazione del tuo commercialista, ingegnarti a capire qual è l’Ateco giusto per identificare la tua attività.

 

Ma facciamo un passo indietro: che cos’è il Codice Ateco? Si tratta di un numero che viene assegnato a ogni Partita Iva per identificare la tipologia di attività che il professionista volge e dunque determinare, in base a essa, gli oneri da versare.

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Per quanto riguarda il filmmaker il codice migliore da adottare - che il commercialista ti consiglierà - è il 59.11.00 “Attività di produzione cinematografica, video e programmi televisivi (con inquadramento da ditta individuale)” poichè lascia più possibilità professionali aperte. Un’altra opzione è il codice 74.20.19, ossia il più generico “Altre attività di riprese fotografiche”. La differenza fondamentale tra le due, nel pratico, è che per la prima posizione ti devi iscrivere alla sezione Inps che un tempo era Enpam, relativa ai lavoratori dello spettacolo, i quali sono tenuti a più controlli e adempimenti; con il secondo codice ti basta iscriverti alla Gestione Separata Inps mantenendo più contenuti i tuoi contributi fiscali. Chiedi un consiglio al tuo commercialista per sapere quale opzione è la più adatta alla tua attività, facendoti spiegare nel dettaglio cosa comporta l'una e l'altra.

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Iscrizione all’Inps e contributi previdenziali

A proposito di quanto scrivevo sopra, ho iniziato ad accennare il terzo tema di fondamentale rilevanza per un filmmaker freelance: i contributi previdenziali. Una volta aperta la Partita Iva e individuato il codice ateco, infatti, dovrai procedere all’iscrizione alla Gestione Separata Inps per versare ogni anni contributi calcolati proporzionalmente al tuo reddito. Questo vale per il codice 74.20.19, ossia il più generico “Altre attività di riprese fotografiche”; diversamente dovrai iscriverti alla camera di commercio e versare contributi fissi di circa 3.840 euro fino a 16.000 euro di reddito. Superata tale la soglia, oltre ai contributi fissi, pagherai il 24% per la parte di reddito eccedente.

Puoi effettuare l’iscrizione autonomamente, recandoti agli sportelli Inps o attraverso la procedura online, ma te lo sconsiglio: anche qui, il suggerimento è farti seguire da un commercialista, in modo da evitare di commettere errori. In questa fase è molto importante farsi consigliare da un professionista competente.

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Quanto costa essere un filmmaker freelance?

Non è facile rispondere a questa domanda. Il regime forfettario è uno dei più vantaggiosi, ma i contributi si versano in base al reddito. Invece posso dirti che, dal mio punto di vista, il commercialista è un collaboratore strettissimo che ti consiglio di tenere al tuo fianco se decidi di lavorare da libero professionista: non si occuperà solo della tua dichiarazione dei redditi, ma saprà rispondere alle tue domande e darti preziosi consigli. A meno che tu non abbia bisogno di consulenze specifiche, il costo di un professionista serio, nella mia esperienza, si aggira attorno ai 400/500 euro l’anno. Non è poco, ma è una spesa irrinunciabile se non si vuole commettere errori e incorrere in sanzioni nettamente peggiori.

Ti ricordo inoltre che esistono delle alternative online che ti permettono di abbattere i costi o di ricevere assistenza personalizzata, come ad esempio Fiscozen o Xolo. Alla spesa del commercialista bisogna poi aggiungere la PEC, la firma digitale (non obbligatoria ma utile), il conto bancario e un software gestionale per la fatturazione elettronica... per non parlare degli abbonamenti ai programmi, i costi dell'attrezzatura, il sito web e le campagne di marketing. Insomma, non è certamente un mestiere che può essere avviato senza un'attenta pianificazione.

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Servizi bancari e fatturazione elettronica

Una volta avviata ufficialmente l'attività da filmmkaer freelance, avrete bisogno di un conto corrente per ricevere i pagamenti e di un software gestionale per la fatturazione elettronica, obbligatoria dal 2022 per ricavi superiori ai 25.000 euro per i contribuenti in regime forfettario o se intendete lavorare da subito con la Pubblica Amministrazione (comuni, scuole, etc). Probabilmente avrete già un conto corrente personale, pertanto un problema è risolto; per quanto riguarda la fatturazione elettronica invece il discorso si complica. Personalmente, utilizzo la (seppur confusionaria) fatturazione elettronica di Aruba, dopo una parentesi poco felice con Finom, una startup fintech creata per agevolare i processi di gestione aziendale per gli imprenditori e liberi professionisti, ma che nel pratico non si è rivelata così affidabile (qui la recensione).

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Spero che i miei consigli ti siano stati utili. Vuoi saperne di più sulla professione del filmmaker freelance o chiedermi un consiglio? Contattami: sarò felice di fare due chiacchiere.