Spot e cortometraggio hanno molto in comune, ma nelle differenze sta la chiave per realizzare commercial originali ed efficaci, che soddisfino il cliente e ti rendano orgoglioso del tuo lavoro.
Sempre più spesso, per esempio quando seleziono per la mia rubrica Visti sul web gli spot migliori mai realizzati, noto che i video che più mi colpiscono somigliano a dei cortometraggi. Sarà la mia deformazione da filmmaker a farmi apprezzare questo genere di prodotti più di altri specificatamente commerciali? Può darsi. Ma, se ci pensi, spot e cortometraggio hanno molto in comune. Te ne voglio parlare in questo articolo e, con l’occasione, offrirti qualche consiglio personale per realizzare uno spot originale come un corto ed efficace come una pubblicità, che soddisfi il cliente e ti renda orgoglioso del tuo lavoro. Continua a leggere se vuoi saperne di più.
Cosa hanno in comune spot pubblicitari e cortometraggi
Come il corto, lo spot è un contenuto audiovisivo di pochi minuti (talvolta pochi secondi) con una trama, dei personaggi, un inizio e una fine. Certo, il corto ha soprattutto finalità artistica mentre lo spot mette al primo posto il messaggio promozionale, però ecco il mio principale consiglio da filmmaker per realizzare un commercial originale: non trattarlo mai come un semplice contenuto pubblicitario, ma metti sempre al primo posto lo storytelling.
Potrebbe essere un racconto aziendale originale (ti ricordi lo spot Amazon uscito durante la pandemia, con la ballerina che si esercitava in lockwdown?), un messaggio in linea con i valori del brand (pensa agli spot Dove, di cui ho parlato nella rubrica Visti sul web) o un’idea brillante e divertente, come il celebre spot Samsung con lo struzzo dotato di visore, che impara a volare sulle note di Rocket Man di Elton John. Ovviamente, concepire lo spot come un corto vuol dire anche curarne la qualità tecnica: regia, fotografia, recitazione, montaggio e sonoro.
Spot e cortometraggio: tutto parte dall’idea giusta
Alcuni spot hanno la capacità unica di rendere memorabile una campagna pubblicitaria: basti pensare a tormentoni che ancora ci ricordiamo, come il famoso Buonaseeera della Fiat o il film di Levi’s del 1995 con in sottofondo Mr Bombastic. Al contrario, ci sono pubblicità che partono con le migliori intenzioni ma finiscono per sollevare polveroni memorabili (e soprattutto virali): ve ne ho parlato qui sul blog nella mia rubrica Visti sul Web, a proposito dello spot SAS che ha suscitato le ire dell’estrema destra scandinava. Una cosa è sicura: per girare uno spot che funziona occorre trovare un’idea originale, incisiva e specificatamente pensata per il target al quale il brand si rivolge. Se negli anni ottanta il prodotto diventava contenuto, oggi lo storytelling e il linguaggio cinematografico giocano un ruolo chiave. Credo sia questo il motivo per cui vanno di moda e riscuotono così tanto successo: riescono a stupire e talvolta a penetrare il cuore degli spettatori. Come ad esempio lo spot della compagnia tailandese TrueMove H che ha commosso il web.
Se l’idea è buona, non serve per forza un grande budget
Soprattutto se lo spot è destinato a un piccolo brand e verrà girato in mondo indipendente, si può fare anche con budget medio-basso: l’importante è avere una buona idea. Alcuni puntano sull’empatia o sul sentimentale, altri sulla comicità: per decidere quale opzione è preferibile, meglio guardare qual è il target a cui il brand si rivolge. Prima di iniziare il lavoro di scrittura vero e proprio è necessario fare un brainstorming insieme al cliente, così da capire quali sono le sue esigenze e anche la destinazione finale (lo spot va in tv o sui social network?). Certe volte, però, questo confronto da solo non basta ed è necessario studiare l’intera campagna marketing e gli spot precedentemente realizzati: sarà utile non solo per comprendere i valori aziendali, ma anche per capire cosa smuove l’azienda e qual è il pubblico di riferimento. A questo punto individuare il giusto stile e tono di voce sarà più facile. Vale anche se l'idea è buona ma non viene capita, come nel caso dello spot di SAS, Scandinavian Airlines, comunque diventato virale.
Resta focalizzato su quanto concordato con il cliente
La fase della produzione, ossia quando sul set si incomincia a girare lo spot, è senza dubbio quella più divertente: attenzione, però, a mantenere sempre il focus su quanto concordato con il cliente e su ciò che è stato messo nero su bianco nel concept e in sceneggiatura. A differenza di un film o un cortometraggio, infatti, la produzione di una pubblicità ha tempistiche molto ridotte e un cambio di rotta rischia di allungare a dismisura i tempi. Inoltre, il rischio di scontentare il committente è dietro l’angolo. Se invece il tuo committente è Lacoste, puoi concederti qualche lusso in più e viaggiare (letteralmente) nel tempo.
Spot e cortometraggio: il messaggio fa la differenza
Fin qui abbiamo detto che spot e cortometraggio hanno molto in comune, ma va sempre tenuta a mente la diversa funzione dei due prodotti. Lo spot, per quanto creativo e artistico, ha come scopo la promozione di un prodotto, di un servizio o di un brand: il pubblico che lo guarda, quindi, deve comprendere – fosse anche negli ultimi secondi del girato – che c’è un contenuto pubblicitario da cogliere, che si tratti di acquistare qualcosa, indagare ulteriormente il marchio o farne ricordare al pubblico il nome. A differenza del corto, quindi, a completamento di uno spot c’è sempre una slogan o una frase a effetto che faccia da gancio con il messaggio trasmesso al pubblico. Ve lo ricordate lo spot di Dove Real Beauty Sketches? Nello slogan finale è racchiuso il senso dell'intero spot.
Ti vengono in mente altre differenze o somiglianze tra spot e cortometraggio? Suggeriscimele nei commenti. Se vuoi realizzare uno spot e ti occorre un filmmaker, ti ricordo che puoi scrivermi e richiedere un preventivo gratuito. Sarò felice di illustrarti personalmente il mio metodo di lavoro.